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ReplicaArgomento del Forum: Sempre sul Piano Paesaggistico Da: geometra

Ringrazio il Prof. Guccione per la civilissima replica alla mia.
Preciso, qualora non fosse ancora chiaro, che sono favorevole alla "ferma biologica" della cementificazione di massa che in questi ultimi anni ha visto picchi iperbolici nella nostra provincia, grazie ad escamotage tipo "90 mq di locale artigianale per ogni 3000 mq di superficie agricola" e articoli di legge vari avallanti programmi SUAP che fanno impallidire anche le speculazioni anni '70. Non dimentichiamo i mostri anni '50 e '60 che hanno sostituito case e chiese nei centri storici.
Insomma, ogni epoca, dalla fine della II Guerra Mondiale in poi, ha lasciato ferite nel territorio, quasi insanabili.
La storia millenaria del nostro paese sembra non aver insegnato nulla.
Ambrogio Lorenzetti, già nel XIV sec., tracciava le linee guida dei moderni piani regolatori con le sue allegorie sugli effetti del Buono e Cattivo governo.
Negli anni '80 abbiamo scoperto che i PRG, nella loro accezione, erano fallimentari, non fosse altro perchè l'iter approvativo era troppo lungo per permettersi di dare soluzioni ad un territorio che si evolveva quotidianamente, per cui ogni PRG disattendeva le aspettative sociali, economiche ed urbanistiche del territorio cui tendeva organizzare e gestire.
Credo che tutti (a partire dal Prof. Guccione, per arrivare a me, passando per Guido Fortunato, Iabichella Marco e Robin Hood) siamo daccordo sulla storia recente iblea che ci ha lasciato città caotiche, brutte, violentate nella loro essenza di "contenitori di umanità".
L'incapacità di governatori a servizio delle grandi Imprese (non solo edili) ha prodotto uno status al quale, però, si vuole porre argine con strumenti coercitivi che inaspriscono il già difficile momento finanziario delle tasche dei cittadini meno abbienti.
Il fenomeno del proliferare delle tabelle "vendesi" che si trovano in tutti i centri storici della Provincia di Ragusa credo sia legato più all'impossibilità di mantenimento di immobili vetusti e fuori da regole igienico-sanitarie, che al bisogno di un Piano Paesaggistico.
Chi possiede una casetta di 70-80 mq in centro, ha un bene di valore immobiliare prossimo al 1500 €xmq, tuttavia per ristrutturare secondo i canoni igienico-sanitari e nel rispetto delle leggi energetiche e ambientali, dovrebbe accollarsi una spesa di circa 1000 €xmq, da cui deriva che il valore di mercato di tali immobili vetusti è di circa 500€xmq. A questo punto si innesca un circolo vizioso:
io, residente in un appartamento in periferia, proprietario di casa utilizzabile solo da indigenti, ho un esborso continuo di tasse che peraltro non posso permettermi con l'esigua pensione, e pertanto, prima che la Serit o un altro riscossore qualsiasi, ci metta le ipoteche, tento di (s)venderla, visto che non riesco a pagarci le tasse. Chi comprerà la mia casa? raramente un nordico in cerca di un "buen retiro", più sicuramente un extracomunitario che se ne frega delle norme di ogni tipo, forse un "lungimirante" impresario che, accorpando più unità abitative, ne farà un delizioso condominio in centro (sempre che non lo obblighino a creare un garage per ogni unità abitativa perchè norme "fuori di testa" in casi specifici lo pretendono).
Domanda: serve veramente un Piano Paesaggistico fatto in tal guisa? la ricaduta sul territorio costruito solo teoricamente sarà benefica; il risultato certo è quello di far levitare la tassazione sugli immobili (magari con altri parametri catastali), ma il valore di mercato aumenterà solo con cospicui investimenti sull'immobile da restaurare, lo stesso immobile che già non posso mantenere e che andrà sicuramente all'asta previo "sequestro" dell'ente riscossore.
Ben venga una norma urbanistica che limiti l'uso del territorio agricolo, ma tenga anche conto di non infierire sull'agricoltura e sull'allevamento.

A Guido Fortunato dico che le imprese (per definizione) troveranno humus dove c'è più business, se ne fregano di dover licenziare tutti gli operai quì in Italia se trovano più rendimento all'estero con manodopera locale; conseguenza diretta è il lavoro nero (prefiguriamoci già un tasso di disoccupazone che sfiorerà il 50%, in quanto tutto l'indotto ne risentirà e anche gli Enti dovranno adeguarsi).

Scusate se sono stato pedante, ma l'età fa certi scherzi.

Geometra

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