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ReplicaArgomento del Forum: Lavori sospesi . Una boccata di ....legalità Da: Giovanni Migliore

http://www.radiortm.it/2011/02/18/modica-disposta-sospensione-lavori-delledificio-in-via-fontana-oggetto-di-polemiche-dei-residenti/


Modica: Disposta sospensione lavori dell’edificio in via Fontana, oggetto di polemiche dei residenti


Il Dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Modica disporrà nella giornata di oggi la sospensione dei lavori di costruzione dell’edificio residenziale in via Fontana, oggetto delle polemiche di questi giorni.

La sospensione è motivata dall’esito dell’ultimo sopralluogo effettuato dai tecnici del Comune, che suggerisce una verifica della effettiva conformità dei lavori che si stanno realizzando a quanto previsto dal progetto per il quale sono state date le autorizzazioni.
Questa mattina, intanto, l’Amministrazione e i tecnici hanno accompagnato il nuovo Sovrintendente ai Beni Culturali di Ragusa Alessandro Ferrara a fare un sopralluogo sul posto al fine di valutare insieme le soluzioni possibili.

La sospensione dei lavori sarà dunque utile ad un approfondimento anche da parte della Soprintendenza che potrebbe intervenire con un nuovo parere.

E intanto il sindaco di Modica Antonello Buscema e l’Assessore all’Urbanistica Giovanni Giurdanella colgono l’occasione per un ulteriore chiarimento su tutti i profili di questa questione, che appare necessario dopo quanto si è detto e si è scritto in questi giorni.

Che la costruzione di quest’edificio desti la rabbia dei residenti del quartiere e una diffusa preoccupazione in tutti i cittadini che hanno a cuore il nostro centro storico, è infatti un fatto fisiologico e più che legittimo, ma la delicatezza del caso, intorno al quale si avviluppa una storia oltremodo controversa lunga più di trent’anni, impone a maggior ragione che lo si affronti con onestà intellettuale e con lucidità, cercando chiarezza e soluzioni piuttosto che facili strumentalizzazioni di taglio demagogico.

L’incontro che abbiamo di buon grado accettato di fare lunedì scorso con i residenti del quartiere si è rivelato utile perché ha registrato la massima serietà, maturità e propositività di tutte le forze politiche rappresentate dai consiglieri comunali presenti, di maggioranza e di opposizione.

Non lo stesso si può dire di certa stampa che dimostra di non voler mancare occasione per costruire attacchi accettando il prezzo di allontanarsi dalla verità.

Bisogna dunque ricostruire linearmente le tappe di questa vicenda.
La prima richiesta a costruire su quell’area da parte dei privati che ne sono proprietari risale agli anni ’80 ed è vero che allora, con esattezza nel 1990, una sentenza del Tribunale delle Acque Pubbliche riuscì a bloccare il progetto, confermando il diniego dell’autorizzazione che era stato già opposto da parte del Genio Civile ed era motivato dal mancato rispetto delle previsioni di legge sulla distanza dall’alveo del fiume.

Questa condizione è stata superata negli anni dalle nuove previsioni normative, che annullano l’obbligo di rispettare distanze minime nel caso in cui l’alveo sia stato già coperto, e soprattutto dal P.A.I. (Piano per l’Assetto Idrogeologico regionale), che al punto. 4.4. (Perimetrazione delle aree a rischio idraulico) della relazione sul bacino del Fiume Irminio e del Torrente di Modica, considera “risolutivi” gli interventi di copertura eseguiti e dice testualmente che “per questo motivo non sono state individuate aree a rischio né nel centro storico di Modica né in quello di Scicli”.

Questo ha di fatto abbattuto, secondo il parere del Genio Civile, gli ostacoli perché fosse concessa la propria autorizzazione, che difatti è arrivata nel 2007.

Solo la Soprintendenza ai Beni Culturali, competente dal momento che si tratta di un’area sottoposta a vincoli paesaggistici, avrebbe a quel punto potuto bloccare l’iter del progetto, ma anche quest’autorizzazione è arrivata nel 2008.

A quel punto il Dirigente del settore urbanistica, competente al rilascio della concessione edilizia comunale, non avrebbe potuto far altro che procedere in tal senso: si tratta infatti di una zona che il vecchio Piano Regolatore Generale individua come zona B, dunque edificabile, e anche ogni previsione del regolamento edilizio comunale in materia di costruzioni nei pressi dell’alveo era da considerarsi superata dal PAI.

Va chiarito peraltro che questo quartiere, pur essendo un quartiere storico, non rientra nella perimetrazione del centro storico. Eppure ancora, alla fine del 2008, l’ing. Denaro ha scritto all’Amministrazione, manifestando tutta la propria preoccupazione per la delicatezza del caso e questo ha innescato un nuovo, travagliato percorso, in cui i tecnici, la commissione edilizia comunale e il Sindaco personalmente hanno fatto il possibile per evitare che quest’autorizzazione dovesse essere concessa, tant’è che la stessa Soprintendente di allora, dopo l’ennesimo sopralluogo sul posto, rilasciò nel 2009 un nuovo parere imponendo una modifica del progetto con l’abbassamento di due piani.

La possibilità di un diniego per questa autorizzazione è stata di certo fortemente compromessa dalla presenza, alle spalle dell’area in questione, di un vecchio palazzo ben più alto di questo e ben più invadente sulla conformazione del quartiere.

Nella totale assenza di un solo elemento serio e giuridicamente valido, che non esponesse l’Ente a danni irreparabili dal punto di vista economico, il Dirigente ha dovuto, seppur in modo sofferto, firmare il rilascio della concessione edilizia.

Siamo nel mese di marzo del 2009, pochi giorni dopo l’ultima e definitiva autorizzazione della Soprintendenza.

Chi si azzarda dunque a sostenere che la vecchia amministrazione comunale aveva tenuto bloccati i lavori mentre questa li ha autorizzati, mente sapendo di mentire per almeno due motivi:

innanzitutto l’amministrazione non ha alcun potere arbitrario sul rilascio di una concessione edilizia laddove il PRG ha previsto un’area edificabile e in questo caso solo il Genio Civile e la Soprintendenza avrebbero avuto la competenza di bloccare i lavori, cosa che non hanno fatto;

inoltre l’ultima autorizzazione della Soprintendenza, quella che ha di fatto obbligato il Comune al rilascio della concessione, è arrivata solo nel 2009 e comunque solo dopo che era stato fatto ogni tentativo formale e informale per evitare che questo accadesse.

Questa cronistoria dice chiaramente che non c’è stata alcuna leggerezza, alcuna superficialità, nel modo in cui questa Amministrazione ha affrontato la vicenda e nel modo in cui ancora oggi la affronta, condividendo pienamente la legittima preoccupazione dei residenti del quartiere, e in particolar modo di quelli che hanno le loro case a pochi metri dall’edificio che verrà realizzato, così come di tutti i cittadini che temono la deturpazione di un quartiere storico della Città.

Chiunque voglia usare la storia di questo edificio per un attacco all’Amministrazione, non dimostra di averne realmente a cuore le sorti perché dovrebbe, in tal caso, indirizzare le proprie contestazioni e le proprie pressioni al Genio Civile e alla Soprintendenza, gli unici che potrebbero fermare ancor oggi i lavori con una modifica dei rispettivi pareri.

Tuttavia, come è stato garantito nel corso dell’incontro di lunedì scorso, se una soluzione c’è ancora l’Amministrazione comunale è pronta a farla propria, a sostenerla, a perseguirla e in tal senso ben venga il coinvolgimento del Consiglio Comunale per una scelta che sia ragionata e condivisa con grande senso di responsabilità.

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