Giovanni Migliore - Cittadino Modicano


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ReplicaArgomento del Forum: Il paziente deve essere paziente. Il "Triage" Da: Giovanni Assenza

Tempo fa qualcosa del genere è successo a Te caro Giovanni, Ti confermo e rassicuro, nulla è cambiato.

Il Paziente oltre ad essere paziente deve conoscere anche il francese per capire la scritta “triage” sulla targhetta accanto a quella stanza vuota.

Sul sito www.salute.gov.it viene spiegato come funziona il “triage”.
L'attivita' del triage si articola in:
• accoglienza:
raccolta di dati, di eventuale documentazione medica, di informazioni da parte di familiari e+o soccorritori, rilevamento parametri vitali e registrazione;
• assegnazione codice di gravità:
tali codici, in analogia con i criteri definiti dal decreto del Ministero della Sanità del 15 maggio 1992, articolati in quattro categorie ed identificati con colore sono:
o codice rosso: molto critico, pericolo di vita, priorità massima, accesso immediato alle cure;
o codice giallo: mediamente critico, presenza di rischio evolutivo, possibile pericolo di vita;
o codice verde: poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili;
o codice bianco: non critico, pazienti non urgenti;
• gestione dell'attesa:
i pazienti in attesa della visita medica possono variare (migliorare o peggiorare) le proprie condizioni cliniche, è quindi parte integrante dell’intero processo di triage la rivalutazione periodica della congruità dei codici colore assegnati.

Ma a Modica funziona così?

Forse di giorno, ma sicuramente non di sera, pertanto siete invitati a non aver bisogno del pronto soccorso nelle ore notturne, perché l’accoglienza è lasciata al caso e per aver assegnato un codice bisogna sperare che i bisognosi notturni siano un numero limitato, inutile aggiungere che se ci sono problemi per valutare ed assegnare il codice di gravità è inutile sperare in una rivalutazione periodica dei codici assegnati.

Perché non funziona?

Perché di sera l’organico del pronto soccorso viene ridotto al minimo, un medico, due infermieri, un inserviente e inoltre nessun medico ai reparti per ottenere delle consulenze.

Giorno 24 novembre 2011 verso le 20:20 mentre ero al lavoro ho avuto una forte tachicardia con dolore al petto e al collo. In pochi minuti mi sono recato al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, c’era solo una signora col figlio e nessun altro, penso di essere fortunato perché l’attesa sarebbe sicuramente stata modesta, così, malgrado la paura, mi sono seduto in attesa del codice “triage”. Non immaginavo che in pochi minuti la sala d’attesa si sarebbe riempita e le ambulanze, 6, forse 7 in poco più di 3 ore, senza sosta, portassero i loro carichi di sofferenza.
Nel frattempo la stanza con la targhetta “triage” restava desolatamente aperta e vuota come l’aveva trovata il primo paziente alle 20:10.
Finalmente alle 21:20 arriva un infermiere e comincia a chiamare per assegnare il codice, dopo un’ora, alle 21:32, mi viene assegnato il tanto sospirato codice, per la cronaca è giallo, ma resto in attesa perché, come ho già detto, le ambulanze sembravano delle api che entravano ed uscivano dall’alveare in continuazione.
Alle 22:00 entro nell’ambulatorio e trovo solo un medico ed un’infermiera, il secondo infermiere continuava ad assegnare codici. Il pronto soccorso ha due sale attrezzate, una era occupata, nel corridoio antistante c’erano tre barelle con Pazienti e anche la saletta di fronte era occupata e, se non ricordo male, un altro Paziente era in sala TAC. L’unico inserviente faceva la spola fra laboratori e reparti.
Dopo l’ECG e il prelievo mi fanno accomodare nella seconda saletta e nell’attesa sento che c’è un codice rosso e di tanto in tanto quanto si apre la porta noto che la sala d’attesa è piena e vedo che il paziente arrivato dopo di me è ancora lì ed è passata la mezzanotte.
Riflettendo sull’accaduto mi viene in mente la grande rabbia che c’era in tutti noi, ma nello stesso tempo tanta dignitosa rassegnazione e comprensione verso l’unico medico, i due infermieri e l’inserviente che senza sosta hanno lavorato per tutto il tempo.

Di chi è la colpa di tutto ciò?

Chi amministra il servizio sanitario nella nostra provincia si rende conto di quello che succede negli ospedali? Sa che non sono rispettate le regole che loro stessi hanno adottato?

Mi sono chiesto quanto guadagna questo dirigente che ha ridotto all’osso l’organico del pronto soccorso e mentre lui dorme beato altri soffrono disagi enormi? Una vocina al telefono mi dice appena 400.000,00 euro l’anno.
Sarà vero? Se è così magari quando dorme sogna come spendere i 1.000,00 e più intascati ogni giorno.

Signor amministratore la posso denunciare per ritardato soccorso?

Non crede sia meglio ottimizzare i servizi anziché tagliarli per risparmiare?
Lo sa che spesso ottimizzare e risparmiare possono coesistere?
Non pensa che della sofferenza si debba avere grande rispetto?
Sa cosa mi rende meno triste? La certezza che malgrado tutto ci sono Uomini e Donne che per molto meno di 1.000,00 euro al giorno rendono un servizio straordinario alla collettività, malgrado l’ottusità di amministratori, burocrati e politici.
Dorma sonni tranquilli, con l’augurio che restino sempre tali; anche se purtroppo a volte si trasformano in incubi, la ruota gira per tutti.

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