|      >  Che  questa  costruzione  sia  uno  schiaffo  alla  nostra  Città    Patrimonio  UNESCO,alle  nostre  tradizioni  ed  alla  nostra  cultura  e'  indubbio!    che  la  concessione  edilizia  in  questione  abbia  superato  ed  ottenuto  positivamente  tutti  i  passaggi  anche  questo  almeno  sembra  indubbio!    quale  è  quindi  il  Peccato  Originale?...semplice:Quando  si  è  al  cospetto  di  simili  Problematiche  Urbanistiche,    chiamiamole  così,  dove  il  diritto(riconosciuto)  del  privato  cozza  terribilmente  con  i  valori  paesaggistici,ambientali  ecc..  la  soluzione  avrebbe  potuto  e  dovuto  essere  una  sola: PROGETTARE  UN'OPERA  PUBBLICA  IN  QUEL  SITO(SPAZIO  A  VERDE),  INSERIRLA  NEL  PIANO  TRIENNALE  DELLE  OPERE  PUBBLICHE  PREVEDENDO  IN  BILANCIO  LA  RELATIVA  SOMMA  E  QUELLA  RELATIVA  AL  GIUSTO  INDENNIZZO  AL  PROPRIETARIO,    CONCILIANDO  COSI'    L'INTERESSE  PRIVATO  CON  LA  SALVAGUARDIA  DEL  PAESAGGIO.IO  NON  SO  SE  I  SINDACI  CHE  SI  SONO  SUCCEDUTI  IN  QUESTA  VICENDA  HANNO  TENTATO  QUESTO  PERCORSO,  NON  MI  RISULTA  A  MEMORIA  COME  NON  RISULTA  CHE  I  CONSIGLI  COMUNALI  CHE  SI  SONO  SUCCEDUTI  SIANO  STATI  MESSI  A  CONOSCENZA  DELLA  DELICATA  VICENDA.
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  Commento inviato da: Geometra (in pensione) in data 05/02/2011 18:36:04 Ringrazio "Annichilito!" per aver riposto tanta fiducia nella mia persona e nella mia risposta, che comunque voglio dare a prescindere dal fatto che non sono un esperto in materia di ingegneria idraulica.
 
 L'esperienza probabilistica del ciclo degli eventi naturali (scienza su cui si basano le previsioni dei terremoti, per esempio) ci insegna che "se un evento è accaduto può ripetersi".
 
 Sulla scorta di ciò è facile che in un qualsiasi momento dobbiamo aspettarci tanto il ripetersi di un terremoto simile a quello che sconvolse il Val di Noto nel 1693, quanto l'Alluvione che rasò a zero Modica Bassa nel 1902.
 
 E badate bene che nel 1902 ancora gli alvei dei torrenti modicani erano scoperti, quindi le acque non subivano una pressione che risulterebbe nefasta per tutto il tratto coperto (C.so Umberto I, Via Marchesa Tedeschi partendo da Via Quasimodo e prima ancora dai pressi dell'ex Foro Boario, Via Nazionale nel tratto adiacente Via Tirella, V.le Medaglie D'Oro).
 
 Due scenari si aprirebbero in caso di alluvione:
 1) l'imbocco degli alvei si intasano, si otturano, e l'acqua non scorre più nel letto dei torrenti, ma tracima (con la violenza che tutti possiamo immaginare) e trascina a valle ogni casa, ogni cosa (anche il costruendo edificio della Vignazza), perchè si sa: "l'acqua non ha ossa" e s'infiltra dappertutto.
 2) l'imbocco degli alvei non si intasa, ma più probabilmente si intasano proprio alla confluenza dei torrenti in piena; quì la scena diventa apocalittica, perchè l'acqua crea una pressione tale che è simile ad una bomba: le coperture degli alvei scoppiano per la troppa pressione e la quantità di acqua che ne fuoriesce "di botto", mista ai detriti della deflagrazione, crea un "effetto mina", con una violenza, questa volta, che difficilmente riusciamo ad immaginare.
 
 Quindi il problema dell'edificio in questione non è legato al rischio idraulico "straordinario" dovuto all'evento calamitoso, ma al rischio "ordinario", cioè al rischio che, modificando il suolo e in parte il sottosuolo, anche una normale pioggia creerà problemi che prima erano sconosciuti.
 
 Per questo mi consta che sia proibito tassativamente costruire NUOVE COSTRUZIONI lungo gli alvei dei fiumi e in Centro Storico (notate che devono avverarsi entrambe le condizioni, cioè 1) - che ci troviamo in Centro Storico e 2) - che parliamo di Nuove Costruzioni), mentre è possibile fare una Manutenzione Ordinaria e Straordinaria di quelle costruzioni che esistevano in Centro Storico prima dell'avvento dei vincoli.
 
 Per quanto riguarda invece l'impatto ambientale paesaggistico, non posso che rammaricarmi con Le Soprintendenze che a volte negano Nulla Osta all'apertura di una finestrella e a volte autorizzano obbrobri del genere.
 
 Grazie per l'attenzione.
 Geometra (in pensione)
 
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