|      Ringrazio  "Annichilito!"  per  aver  riposto  tanta  fiducia  nella  mia  persona  e  nella  mia  risposta,  che  comunque  voglio  dare  a  prescindere  dal  fatto  che  non  sono  un  esperto  in  materia  di  ingegneria  idraulica. 
 L'esperienza  probabilistica  del  ciclo  degli  eventi  naturali  (scienza  su  cui  si  basano  le  previsioni  dei  terremoti,  per  esempio)  ci  insegna  che  "se  un  evento  è  accaduto  può  ripetersi".
 
 Sulla  scorta  di  ciò  è  facile  che  in  un  qualsiasi  momento  dobbiamo  aspettarci  tanto  il  ripetersi  di  un  terremoto  simile  a  quello  che  sconvolse  il  Val  di  Noto  nel  1693,  quanto  l'Alluvione  che  rasò  a  zero  Modica  Bassa  nel  1902.
 
 E  badate  bene  che  nel  1902  ancora  gli  alvei  dei  torrenti  modicani  erano  scoperti,  quindi  le  acque  non  subivano  una  pressione  che  risulterebbe  nefasta  per  tutto  il  tratto  coperto  (C.so  Umberto  I,  Via  Marchesa  Tedeschi  partendo  da  Via  Quasimodo  e  prima  ancora  dai  pressi  dell'ex  Foro  Boario,  Via  Nazionale  nel  tratto  adiacente  Via  Tirella,  V.le  Medaglie  D'Oro).
 
 Due  scenari  si  aprirebbero  in  caso  di  alluvione:
 1)  l'imbocco  degli  alvei  si  intasano,  si  otturano,  e  l'acqua  non  scorre  più  nel  letto  dei  torrenti,  ma  tracima  (con  la  violenza  che  tutti  possiamo  immaginare)  e  trascina  a  valle  ogni  casa,  ogni  cosa  (anche  il  costruendo  edificio  della  Vignazza),  perchè  si  sa:  "l'acqua  non  ha  ossa"  e  s'infiltra  dappertutto.
 2)  l'imbocco  degli  alvei  non  si  intasa,  ma  più  probabilmente  si  intasano  proprio  alla  confluenza  dei  torrenti  in  piena;  quì  la  scena  diventa  apocalittica,  perchè  l'acqua  crea  una  pressione  tale  che  è  simile  ad  una  bomba:  le  coperture  degli  alvei  scoppiano  per  la  troppa  pressione  e  la  quantità  di  acqua  che  ne  fuoriesce  "di  botto",  mista  ai  detriti  della  deflagrazione,  crea  un  "effetto  mina",  con  una  violenza,  questa  volta,  che  difficilmente  riusciamo  ad  immaginare.
 
 Quindi  il  problema  dell'edificio  in  questione  non  è  legato  al  rischio  idraulico  "straordinario"  dovuto  all'evento  calamitoso,  ma  al  rischio  "ordinario",  cioè  al  rischio  che,  modificando  il  suolo  e  in  parte  il  sottosuolo,  anche  una  normale  pioggia  creerà  problemi  che  prima  erano  sconosciuti.
 
 Per  questo  mi  consta  che  sia  proibito  tassativamente  costruire  NUOVE  COSTRUZIONI  lungo  gli  alvei  dei  fiumi  e  in  Centro  Storico  (notate  che  devono  avverarsi  entrambe  le  condizioni,  cioè  1)  -  che  ci  troviamo  in  Centro  Storico  e  2)  -  che  parliamo  di  Nuove  Costruzioni),  mentre  è  possibile  fare  una  Manutenzione  Ordinaria  e  Straordinaria  di  quelle  costruzioni  che  esistevano  in  Centro  Storico  prima  dell'avvento  dei  vincoli.
 
 Per  quanto  riguarda  invece  l'impatto  ambientale  paesaggistico,  non  posso  che  rammaricarmi  con  Le  Soprintendenze  che  a  volte  negano  Nulla  Osta  all'apertura  di  una  finestrella  e  a  volte  autorizzano  obbrobri  del  genere.
 
 Grazie  per  l'attenzione.
 Geometra  (in  pensione)
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